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Segmento e target: li usiamo spesso come sinonimi, ma non lo sono affatto. Capire la differenza tra questi due concetti non è solo un esercizio teorico, è il primo passo per evitare comunicazioni generiche e iniziare a parlare davvero al pubblico giusto.

Perché segmento e target non sono la stessa cosa

Ogni impresa vive dentro un mercato. Il compito dell’impresa è individuare all’interno del mercato dei gruppi che potrebbero essere potenzialmente interessati ai suoi prodotti e/o servizi. Il processo di segmentazione avviene prima del processo di targeting che ne è la diretta conseguenza. La segmentazione consiste nel dividere il mercato in piccoli gruppi (segmenti) per comprendere chi sono i potenziali clienti, come si comportano e cosa vogliono.

Facciamo l’esempio di una startup immaginaria che vende zaini ecosostenibili. La startup potrebbe vendere a tutte le persone che hanno bisogno di uno zaino, ma questo è un approccio superficiale e generico adatto solo in strategie di mass marketing. La startup in questione ha bisogno di segmentare. Studierà quindi il mercato e lo dividerà in gruppi omogenei di persone che hanno caratteristiche comuni (demografiche, geografiche, psicografiche, comportamentali, dipende dal tipo di segmentazione) che potrebbero essere interessate ai suoi zaini ecosostenibili.

Come procedere

Dopo aver portato a termine le sue ricerche, la startup immaginaria, con la segmentazione, ha capito chi c’è nel mercato e adesso ha da valutare tre segmenti omogenei:

  1. Studenti universitari ecoconsapevoli
  2. Giovani professionisti in città
  3. Viaggiatori green.

Dopo averli analizzati con attenzione, la startup immaginaria ha deciso di scegliere il segmento “Giovani professionisti in città”, e quel segmento quindi è diventato il suo target.

Criteri per scegliere il target

Trasformare un segmento in target è un lavoro complesso che richiede analisi e strategia. Oltre a scegliere un segmento piuttosto che un altro perché quel segmento è il più profittevole ed è compatibile con la nostra identità, ci sono criteri complementari per scegliere il target.

  • Misurabilità

Fra i tre segmenti che la nostra startup immaginaria ha individuato prima, “Giovani professionisti in città” è il più misurabile, nel senso che si possono stimare numero di persone, dimensioni, potenziale di acquisto.

  • Accessibilità

Il segmento “Giovani professionisti in città” è raggiungibile con la comunicazione e la distribuzione. Questo aspetto è molto importante. Se la nostra Startup immaginaria non fosse capace di far recapitare gli zaini a quel potenziale target, scegliere quel segmento risulterebbe complicato.

  • Differenziabilità

Il segmento è abbastanza distinto dagli altri per meritare un’offerta di comunicazione specifica?
Se “Giovani professioni in città” fosse stato troppo simile a “Studenti universitari ecoconsapevoli” i due segmenti si sarebbero potuti fondere, dando vita a un nuovo gruppo omogeneo che sarebbe diventato il target prescelto.

  • Attuabilità

La nostra Startup immaginaria è in grado di servire bene il target “Giovani Professionisti in città”? La risposta è sì. La nostra Startup immaginaria ha le risorse necessarie per creare dei piccoli negozi stilosi ubicati in zone strategiche della città.

  • Potenziale di crescita

Il segmento è in espansione? Ha futuro?
Puntare su giovani adulti interessati alla sostenibilità può essere una scelta lungimirante se il trend green è in crescita.

E tu hai scelto il tuo target per fare business e comunicare in modo più mirato e strategico? Scrivimi e definiremo insieme e al meglio la tua audience. Contattami.